Tessitura come Tecnica di comunicazione

La Tessitura è una tecnica di comunicazione, prima ancora della scrittura, da almeno 10000 anni. Dall'analisi dei reperti tessili più che da qualsiasi altro manufatto, siamo in grado di percepire l’ingegnosità umana e la complessità della sua opera nel corso della storia. Gesti, procedimenti e segni particolari dell’attività tessile, restano ancora vivi nel nostro linguaggio, come metafore che alludono a significati che stiamo perdendo poiché rischiamo di non essere più in grado di decodificarli. Per comprendere quanto detto, basta semplicemente pensare ai modi di dire, una volta comuni e che adesso sono incomprensibili dalle nuove generazioni. •“Dipanare la Matassa”, ad esempio, è un’espressione figurata che allude al provare la soluzione di un problema, dove “dipanare “deriva dal latino “panus”, filo del tessitore, il quale, insieme al“de”detrattivo significa togliere il filo del tessitore. Ma, il senso profondo del dipanare è di rimandare a un gesto che sottende la premura di allargare i fili da raccogliere, la ricerca del bandolo, l’accortezza di non tirare, ma di mantenere equilibrata la tensione dei fili con l’aiuto di qualcuno o di qualcosa, dipanare come gesto relazionale complesso … •"Complesso", le sue origini vengono da cum - plectere, intrecciare insieme. •"Perplesso", “un termine antico che, come la gran parte delle parole che noi usiamo, proviene dai nostri antenati latini, i quali indicavano con perplexus ciò che risultava ai loro occhi “intricato, sinuoso, tortuoso”. La radice è il verbo plectere, che significa “intrecciare, intessere”con immediato riferimento alla tessitura. Quando i fili di un tessuto erano intrecciati bene i nostri antenati dicevano che erano plexi, quando erano intrecciati male e risultavano intricati e confusi, dicevano che erano perplexi. Da qui il termine prese il senso figurato comunemente in uso ai nostri giorni nelle principali lingue europee, in riferimento a esseri umani “incerti, dubbiosi, irresoluti”.[1] •"Ordire", il significato latino rappresenta la preparazione accurata, non semplice preparazione e chi ha ordito, lo sa bene che è la cura con cui si sistemano gli elementi preposti alla tessitura che renderà il lavoro più semplice e perfetto. Infine per non voler continuare, il verbo annaspare, al quale si associa uno stato di confusione, deriva da aspo, asta verticale sul quale viene formata la matassa. Solo dopo aver fatto esperienza dell’aspo, se ne può comprendere pienamente il significato. “ Siamo coscienti che quando le parole muoiono, muore anche la capacità di comprendere la natura, di ragionare, di percepire il mondo, di metterlo in parole, classificazioni preziose che lo spirito umano ha concepito per ordinare l’universo”.[2] [1] Vito Mancuso- Io e Dio Una guida dei perplessi- ed. Garzanti libri spa 2011 pag.22 [2] Maria Pace Ottieri regista del Film “Quando sei nato non puoi più nasconderti”

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